L’ex Mendrisio parla a Laborsport.com della sua avventura in Asia, tra orari d’allenamento strani e quella voglia matta di raggiungere l’AFC Champions League.
Nel 2018 lo sport non ha alcun tipo di barriera. La comunicazione tra mondi apparentemente lontani è un tabù oramai abbattuto, lo scouting è mestiere che si può fare stando tranquillamente seduti dietro ad una scrivania e la facilità nel networking, da sempre fattore chiave in qualsiasi campo professionale, apre un mare di opportunità a chi decide, per esempio, di scommettere sul proprio talento.
È il caso del ticinese Gabriele Mascazzini, di cui il nome, ai più, non sarà sconosciuto. Il giovane di Melide infatti si è trovato a dover gestire una grande crescita e un gran potenziale in poco tempo. Si fa conoscere soprattutto a Mendrisio. Al Comunale impara infatti il mestiere dai più esperti e ruba la malizia a chi, nella rosa, può vantare esperienze di un certo blasone.
Sotto la guida di mister Ardemagni, con l’occhio vigile e sempre abile a trasmettere il giusto carico di energia, l’attacante diventa in poco tempo decisivo e incisivo e, inevitabilemente, su di lui cominciano a crearsi delle grosse aspettative. Nel gennaio 2017 passa al Lugano per aggregarsi all’U21, dove ritrova il suo “padrino” sportivo: Fernando Cocimano. Poi, dopo alcuni mesi di buon rendimento arriva l’opportunità che aspettava da tempo: un’avventura tra i professionisti. La destinazione però non è delle più scontate, Gabriele decide di approdare nelle Filippine per giocare con gli Stallion Laguna FC.
Cosa ti ha spinto ad intraprendere una strada così radicalmente alternativa per proseguire la tua carriera?
Grazie al mio amico Carlo Polli sono stato messo al corrente della possibilità di giocare come straniero nella PFL, un campionato che cresce di anno in anno in termini di qualità. Sono giovane e ho deciso di rispondere alla chiamata asiatica per provare un’esperienza che sono sicuro mi stia migliorando anche dal punto di vista umano.
Quali sono le principali differenze in confronto con il nostro calcio?
Qui ci si allena molto presto, considerato il caldo insopportabile durante alcuni orari della giornata. Ci alleniamo dalle 6:30 del mattino fino alle 9:30. Gli allenamenti sono molto lunghi e vengono svolti, per la maggior parte, tra esercizi tecnici e lavori sull’intensità. E’ raro giocare la classica “partitella”. Inoltre da queste parti hanno sposato il modello americano ai fini dell’ingresso dei giovani in prima squadra. Ci si forma e ci si fa notare tramite le squadre delle varie università e i più meritevoli arrivano nelle prime squadre. Se penso al Ticino devo dire che ci sono diversi giovani che meriterebbero di essere seguiti costantemente e venire maggiormente presi in considerazione dalle prime squadre locali.
Quali sono i tuoi obbiettivi personali e quali, invece, quelli di squadra?
Lavoro sodo ogni giorno per aiutare la mia squadra a raggiungere i play-off e a qualificarsi per l’AFC Champions League, solo lavorando riuscirò a dare seguito a questo primo contratto o a lanciarmi verso un’altra avventura nel mondo dei professionisti.
Ti stai preparando in vista della nuova stagione? Traccia un primo bilancio dell’esperienza fino ad ora maturata in terra filippina.
I primi mesi, che coincidevano con il finale della stagione degli Stallion, sono stati positivi. Sono riuscito a giocare a buon livello e con regolarità, cosa che spero di ripetere sin dall’inizio della nuova stagione. In quanto alla vita fuori dal campo da gioco, sto impegnandomi nell’affinare la lingua e sto apprezzando al massimo la scelta che è stata fatta, riuscendo piano piano ad integrarmi sia con la cultura che con le abitudini locali.
Il ragazzo ticinese ha dimostrato grande coraggio, lontano da casa e dalla sua comfort-zone ha già dei buoni motivi per non rimpiangere la sua decisione. Nel corso della passata stagione, gli Stallion Laguna FC hanno ben sfruttato il potenziale della potente ala e restando in tema, hanno decisamente spiccato il volo.
Con Mascazzini in campo hanno conseguito un buon periodo di risultati positivi, riuscendo a sollevarsi dall’ultima posizione in classifica e arrivando appena a ridosso delle posizione rilevanti a livello continentale.