A tu per tu con Chiara Balestra

La 16enne del Lugano Volley si racconta a Laborsport.com, tra l’onore di vestire la casacca rossocrociata e la fondamentale organizzazione per conciliare sport e scuola.

Giovanissima e da sempre appassionata della pallavolo, Chiara Balestra ha le idee chiare e la giusta determinazione per scalare la vetta aspirando al professionismo. Certo è, che i suoi sforzi e sacrifici non sono passati inosservati ricompensandola con la chiamata in Nazionale Svizzera U19.

Abbiamo quindi voluto fare quattro chiacchiere con la pallavolista del Lugano Volley che ha raccontato ai microfoni di Laborsport.com il suo percorso, ma non solo…

Chiara ha 16 anni e vive a Massagno, da 7 anni pratica pallavolo, passione trasmessa dalla mamma  e dalle tante partite guardate in televisione. Ma dal guardare al fare, di acqua sotto i ponti ne è passata, tanto che a fine aprile indosserà la maglia della Nazionale nelle qualificazioni agli europei di categoria.

“Essere in nazionale è la ciliegina sulla torta dopo tutti gli sforzi fatti. Indossare quella maglia per me è un onore. Quando sono stata convocata per la prima volta non ci credevo, non mi sembrava vero, è stata una soddisfazione immensa. Essere consapevole di rappresentare la mia nazione mi fa venire la pelle d’oca”

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Ma dietro ad ogni soddisfazione c’è, chiaramente, l’altra faccia della medaglia. Come riesce una giovane studente a conciliare studio e sport agonistico? “Non è sempre facile, ma in questi anni ho imparato ad organizzarmi bene per ottenere dei buoni risultati in entrambi gli ambiti. Per me la chiave di tutto è non sprecare tempo e appena si può portarsi avanti con la scuola. Questo mi permette anche di avere del tempo per gli amici e per rilassarmi”.

A proposito di amici, Chiara ritiene la sua squadra una “seconda famiglia”. “Essendo tutte ragazze è normale che qualche discussione nasca, ma fa parte del condividere la stessa passione. Senza le mie compagne di squadra non sarei dove sono ora, loro hanno sempre creduto in me”.

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Il percorso della giovane pallavolista non è però immune dagli sfortunati “periodi no” di uno sportivo. Chiara è infatti alle prese con un fastidioso problema alla spalla che le impedisce di allenarsi come vorrebbe e come dovrebbe “Non potermi allenare è una tortura, star ferma è una cosa a cui non sono proprio abituata”, ma la sua grinta e determinazione sono comunque più forti di tutto.

“In questo periodo posso fare solo potenziamento fisico, ma cercherò comunque di migliorare la mia condizione fisica per poter rientrare più forte di prima”.

La convinzione della giovane promessa del volley elvetico è che nella vita, i sacrifici, in un modo o nell’altro, vengono sempre ripagati per cui questo sarà soltanto un ostacolo in più da affrontare.  Un ostacolo che comunque non le impedirà di continuare a sognare e guardare al futuro sportivo con ottimismo e belle speranze”.

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