A un centimetro dal sogno, il Mendrisio di Francesco Ardemagni si dovuto arrendere. Alle finali di Prima Lega ci va il Red Star, a cui è bastato il pareggio per 1-1 nello scontro diretto del Comunale di ieri pomeriggio.
Il Mendrisio di capitan Cataldo ci ha provato fino in fondo e, nei 90′ di ieri, avrebbe anche meritato di accedere alle finali. Merito di una squadra, quella di ieri, in versione ‘inedita’, almeno per quanto riguarda il tridente offensivo. Il mister momò ha optato per la soluzione di Calic centrale spostando Sarr sull’esterno. La mossa ha spiazzato il Red Star, forse preparato a fare i conti con la fisicità di Sarr in qualità di punta e non da esterno, ma ha mandato spesso in confusione anche gli attori rossobianconeri. Perché, per quanto l’esperimento possa essere andato bene, era palese che l’attaccante numero numero undici continuava a muoversi da punta, come abituato a fare.
Il Mendrisio ha preso coraggio nella seconda parte di primo tempo. Ha studiato a lungo gli avversari prima di comprendere che i tre punti erano alla portata. È arrivata al 40′ la rete del vantaggio locale con un’autorete di Ardito sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto dalla sinistra da Moscatiello.
Nella ripresa il Mendrisio si ripresenta in campo con la consapevolezza che altri 45′ da superiori e il sogno finali sarebbe diventato realtà. Il Red Star sembrava attontito: le poche volte che hanno creato è grazie a disattenzioni del Mendrisio. Poi, la truppa zurighese ha accennato la reazione. La linea difensiva, però, ha ben retto le avanzate biancoverdi.
Al 67′ l’episodio che decide una stagione. Un contatto in area di rigore del Mendrisio viene sanzionato dal direttore di gara con il calcio di rigore. Nemmeno “San Cataldo”, incolpevole, è riuscito a tenere in piedi i suoi. Ardito si fa perdonare e infila di precisione la massima punizione. Il colpo dell’1-1 spegne a poco a poco il Mendrisio.
I ticinesi invadono la metà campo avversaria, cercano gli spazi, ma nulla da fare. Il Red Star contiene e addormenta il gioco fino al triplice fischio dell’arbitro che spegne definitivamente le speranze di Kabamba e compagni.
Mani sul volto per la maggior parte dei ragazzi di Ardemagni. Non per la vergogna, ci mancherebbe, ma per essere andati a un soffio da un sogno che sembrava impossibile. Le lacrime sono quelle vere, di chi sa che ha dato tutto e il tutto non è bastato. Perché ci sono pareggi che hanno il sapore di sconfitte. Ma ci sono sconfitte che, ugualmente, hanno il sapore di vittoria.
