Si è già parlato molto, nell’ambiente del calcio ticinese, dell’ultimo test match di preparazione giocato ieri pomeriggio allo Stadio Comunale di Mendrisio. Le squadre di Mattia Croci-Torti e Luigi Tirapelle hanno affrontato la partita amichevole come una gara di campionato e del resto non c’è da stupirsi che le società abbiano unito comuni intenti per ricevere dai loro giocatori le risposte necessarie ad affrontare il primo impegno ufficiale della stagione: il Mendrisio giocherà sabato prossimo in casa contro il Baden mentre il Bellinzona sarà ospite del Basilea under 21.
Abituata a sentirsi sempre dietro le quinte quando inizia una scena madre, la squadra del Crus si è vestita con gli abiti del protagonista e a margine del comunque corposo e gradito 3-1 finale ha dimostrato una mentalità interessante che unita all’incredibile gestione tattica del nuovo allenatore (già definito un “mostro di bravura” da gran parte dei suoi colleghi che lo hanno valutato dopo l’esperienza da capo allenatore a Balerna) si è tradotta in “prestazione” inattesa anche al più ottimista del tifoso e forse anche da qualcuno dei giocatori scesi in campo.
Un’altra peculiarità di questa partita è stata indubbiamente l’età media delle due squadre: quasi a voler chiarire definitivamente i rispettivi traguardi, Mendrisio e Bellinzona hanno chiaramente dimostrato di credere ciecamente (per necessità o per convinzione) nella linea verde e nella continuità.
Nel parcheggio del Comunale di Mendrisio si contano più motorini che automobili mentre a Bellinzona la logica soddisfazione per un percorso sin qui immune da complicazioni ha consigliato soltanto qualche lieve ritocco ad una rosa già considerata abbondantemente idonea per giocare un primo campionato di Promotion League nella metà sinistra della classifica. Il difensore centrale Farine e il giovane centrocampista Doldur sono stati gli unici volti nuovi schierati da Gigi Tirapelle nell’ultimo test: questo spiega che il tanto atteso rinforzo difensivo sia stato individuato e che la fiducia riposta nel giovanissimo ex Team Ticino sia pari al buon lavoro svolto dal ragazzo, schierato da titolare nel consueto 3-5-2.
Nella più remota profondità dello spogliatoio granata vi sarà forse una preoccupazione: quella di non aver concluso il ciclo di amichevoli con risposte sempre positive e magari quella di essere una squadra talmente amalgamata e perfetta che a volte ci si fa prendere troppo dalla tentazione di voler arrivare in porta con il pallone anziché abbreviare il fraseggio: cosa questa che al cospetto della quadrata squadra avversaria di ieri ha impedito di concludere con più frequenza e non a caso, il goal in due tempi di Stojanov nasce da una prima conclusione di Magnetti – respinta da Cataldo – che nel momento del controllo parte con molta probabilità da situazione di offside.
C’è ancora qualche armadietto vuoto invece nello spogliatoio del Mendrisio, ma per ora il Crus lavora notte e giorno sulla testa dei suoi ragazzi(ni) cercando di sfruttare il tempo a disposizione per costruire una squadra.
Svelare agli assenti quanti moduli abbia cambiato questa squadra nel corso dei 90’ di ieri e soprattutto quanti giocatori abbiano girato anche tre ruoli diversi nello stesso incontro sarebbe utile soltanto a qualche curioso tifoso del Baden capitato per caso su questa pagina in cerca di informazioni.
Ad essere sinceri, chi ha visto la partita si è potuto godere una bella lezione di tattica da parte del tecnico del FC Lugano che ha messo la museruola agli uomini più pericolosi, sacrificando spesso le qualità di alcuni suoi giocatori per mettere sacrificio, corsa e volontà al servizio della squadra: ecco quindi una linea difensiva a tre o a cinque sempre ben protetta da un centrocampo tutta corsa e muscoli e da un attacco giovanissimo, veloce e a tratti impossibile da marcare per la pur esperta retroguardia granata.
Un Mendrisio che ha giocato la parte finale della ripresa con età media di 20 anni tondi (un paio di ‘01, uno ‘00, tre ’99, un ’98, un ’96 e i veterani Mazzetti (’92) e Noel Kabamba (’89). In traduzione, una U21 con qualche fuori quota e in ogni azione conclusa con la sfera alle spalle di Prati vi è stato lo zampino dei ragazzi.
Resta logicamente un punto di partenza fondamentale per successivi giudizi la conoscenza degli obiettivi stagionali dato che il Mister ed i suoi collaboratori è gente che parla poco, che non ama le copertine e che inizierà il campionato a carte coperte. L’importante – secondo il nostro punto di vista – è che quella “parola” tanto sbandierata nelle corse stagioni resti il più possibile nel cassetto e lontana dalla testa dei giocatori.
Il Baden – tanto per gradire – è una squadra dichiaratamente in pole position per poter pronunciare quella “parola” ed il suo valore lo si potrà vedere tra meno di una settimana.
