Editoriale: Quanto ci manca Giuseppe Scienza!

No, non siamo pazzi e nemmeno sotto effetto di sostanze stupefacenti. Avete letto bene: Giuseppe Scienza ci manca da morire, nonostante i soli nove mesi trascorsi al Riva IV da allenatore del Chiasso.

Ci manca da morire perché “Beppe” Scienza era uno di noi, uno che di calcio si nutre e che senza non potrebbe esistere. Giuseppe Scienza, e ora possiamo dirlo senza freni inibitori, è come noi: uno che alle serate fredde davanti al camino preferisce l’aria gelida di un campo da calcio di qualsiasi categoria. È questo che ci ha colpito al suo primo giorno in Ticino da allenatore del Chiasso. Pochi istanti dopo esserci presentati, ecco la domanda tanto cortese quanto inaspettata. “Ragazzo, c’è qualche partita in giro questa sera?”.

Di partite, in quella calda serata di luglio, ce n’erano eccome. E allora lo ritroviamo a Balerna a seguire un’amichevole dalla squadra locale. Sembrava uno di quei fedelissimi sempre presenti, talmente appariva ambientato dopo poche ore di soggiorno nel Mendrisiotto.

Di Scienza abbiamo seguito gli allenamenti, le partite, le conferenze. Ogni attimo era una lezione di vita, oltre che un insegnamento al suo credo calcistico, che può essere oggettivo e talvolta non condiviso.

Noi, inguaribili romantici di un calcio che non c’è più (se mai c’è stato), di “Beppe” ci siamo calcisticamente innamorati per il suo modo di interagire con le persone, con il suo staff e con i suoi giocatori a cui non ha mai mancato di dire “grazie” al termine delle partite, perché lottavano per un obiettivo comune.

Gli allenatori, in una realtà come Chiasso a maggior ragione, passano e i giocatori pure. Ma certi personaggi rimangono e lasciano il segno. Ed è la cosa che più ci piace in un mondo in cui siamo solo di passaggio.

L’esonero dopo 31 partite sulla panchina del Chiasso (8 vittorie, 8 pareggi e 15 sconfitte) non cancella la nostra opinione di Scienza, ora alla guida del Monopoli, attualmente in zona playoff nel campionato di Serie C.

In Puglia, Scienza è entrato nel cuore dei tifosi biancoverdi avendo mantenuto la promessi di tuffarsi in mare in caso di punti in una delicata sfida. E ogni promessa è debito (vedi video).

E noi al 52enne di Domodossola auguriamo un proseguo di carriera pieno di soddisfazioni, sicuri che un giorno lo ritroveremo nel nostro Ticino a seguire una partita di calcio regionale che lui stesso definiva di “alta qualità”.

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