L’Alfabeto di Laborsport: M come… Mirco Martinazzo. L’acchiappa sogni che non vuole invecchiare

Walter Veltroni definiva il ruolo del portiere come “un mestiere per uomini forti” perché “bisogna avere un carattere sicuro, un’abitudine non annoiata ai propri pensieri. Bisogna saper guidare chi gioca davanti a te, intimorire chi tira verso la tua porta. Bisogna essere capaci, psicologicamente, di discese ardite e di risalite. Bisogna avere una visione consapevole del proprio ruolo. Perché il calcio, gioco fatto spesso di poeti e di prosatori, ha bisogno anche di filosofi. Di persone cioè capaci di riconoscere che il loro dovere è essere infallibili e capaci di dare una risposta alla coscienza di non poterlo essere. Il portiere è davvero il numero uno”.

La puntata odierna dell’Alfabeto di Laborsport.com è dedicata, lo avrete capito, a un giocatore che ha trovato la sua dimensione tra due pali distanti l’uno dall’altro 7,32 metri. M come… Mirco Martinazzo. Non poteva che essere sua una delle puntate odierne della nostra speciale rubrica.

Il numero uno del Balerna (24 anni) è parte fondamentale della scalata al primato della squadra di Simone Pichierri. Con i suoi prodigiosi interventi ha più volte tenuto a galla i suoi, salvando il punteggio in determinate circostanze, ma non solo. Ha saputo guadagnarsi la fiducia di tutti i compagni grazie a continuità e serietà, dimostrandosi sempre fedele ai colori neroblù nonostante le incessanti voci che periodicamente  lo vogliono lontano da quel Comunale che lo ha consacrato nell’élite del calcio regionale dopo l’avventura in Challenge League nel Chiasso.

Sarà la formazione made in Team Ticino, saranno state le tre stagioni a “farsi le ossa” al Chiasso, ma di Martinazzo se n’è sempre parlato bene. E lui, sul campo, ha sempre fatto intenderne i motivi. Nonostante le sole sei presenze in Challenge League (tre da titolare, tre da subentrato), al Riva IV qualcuno lo rimpiange ancora. Già, perché le poche volte che è stato chiamato in causa ha dimostrato di saper il fatto suo, compiendo interventi che lasciavano intravedere un certo potenziale sul quale, chissà per quale strano motivo, il Chiasso non ha voluto investire.

E il Balerna, all’epoca allenato da Mattia Croci-Torti, non si è lasciato sfuggire l’occasione di assicurarsi il portiere di Stabio. Un investimento che, al giro di boa, della stagione 2018-2019 si è trasformato in un capitale che tutti invidiano. Martinazzo, infatti, è il portiere che subisce in media meno gol a partita con 0.75 reti incassate ogni 90′.

C’è chi dice che sia l’erede naturale di Andrea Cataldo al Mendrisio. Lui, quando in passato gliel’abbiamo buttata là, ha sorriso e ringraziato senza scomporsi. Sì, ha parato anche questa. Perché all’estremo difensore momò interessa relativamente poco misurarsi con campionati maggiore. Lui sta bene a Balerna, perché è lì che, in barba a chi non ci ha creduto abbastanza, si è consacrato quale “acchiappa sogni che non vuole invecchiare”.

 

 

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