Milano, 21 febbraio 2019. Inter-Rapid Vienna, primo turno di eliminazione diretta di Europa League. Partita di ritorno.
L’Inter di Luciano Spalletti si presenta a San Siro dopo la vittoria in campionato contro la Sampdoria. Ancora senza Icardi, di nuovo in tribuna dopo essere stato declassato da capitano. Da icona a separato in casa. Misteri, fascino, caos di un calcio incomprensibile. Eppure, senza ‘Maurito’ l’Inter ha sempre vinto. Sarà felice Spalletti, che sembra non risentire della mancanza del suo numero nove. Saranno felici i tifosi, contenti di poter infierire ancora di più nella “lotta” social con la moglie-procuratrice Wanda Nara. Sarà contento Marotta, vero ‘giudice’ nell’intrigata vicenda nella soap-opera in salsa neroazzurra.
Almeno sul campo, l’Inter ha saputo essere più forte delle vicende interne. Mica semplice con i media sempre pronti a sparare a zero sulla vicenda più chiacchierata d’Itali. Lo ha fatto facendo quadrato, ricercando la serenità anche grazie attraverso il carisma e la leadership di giocatori chiave, che il neroazzurro lo hanno nel sangue. Fascia da capitano o meno.
Chi ha vissuto la (quasi) identica situazione di Icardi è Andrea Ranocchia, a cui è spettato l’arduo compito di ereditare la fascia di capitano dal braccio di Javier Zanetti, l’interista per antonomasia. E chiamalo poco. Ranocchia lo ha fatto nel limite delle sue capacità, spesso deriso e sottovalutato grazie all’ondata di commenti dispregiativi giunti tramite social. Ha avuto bisogno di ritrovarsi: via la fascia per darla a Icardi, poche, pochissime presenze in campo e via per un’esperienza di pochi mesi in Inghilterra che suonava più come un viaggio per ritrovarsi che come castigo.
Eppure, da quando è stato delegittimato non ha mai aperto bocca. Mai un ‘cip’ di protesta, mai una parola fuori posto. Atteggiamento che la tifoseria neroazzurra ha gradito, apprezzato e riconosciuto idolatrandolo appena si presentava l’occasione.
Dopo uno spezzone di match da prima punta (!) contro il Bologna, “The Frog” è tornato in campo contro il Rapid Vienna e lo ha fatto firmando il gol del 2-0, prendendosi l’abbraccio sintomatico dei compagni e gli applausi, meritati, dei suoi tifosi. Ci piace pensare che la rete di Ranocchia non sia un caso del destino, ma figlia di una situazione che deve essere presa da lezione per Mauro Icardi. Cose che capitano. O cose da capitano…
