Il proprio pensiero, uno lo può scrivere chiaro e tondo, ma solo un certo numero di volte. Ci si rende poi conto che la gente non riesce a cogliere l’ironia di certe considerazioni nemmeno nelle rare occasioni in cui dovrebbe farlo. Per una questione di intelligenza. Molta gente non vede altro che il riflesso di una falsa idea e di conseguenza, vittima il più delle volte della propria passione, si trincea dietro postazioni di pensiero insostenibili.
Un bel giro di parole per tornare oggi sulla questione stadi.
Ci è sono volute un bel po’ di ore per recuperarli e riassumerli, ma alla fine anche i numeri sembrano confermare un trend in discesa. Nelle ultime stagioni abbiamo visto concretizzarsi il sogno di alcuni clubs: quello di avere un nuovo stadio. Alla base delle necessità si è sempre considerata prioritaria quella di offrire una struttura confortevole allo spettatore che già alle prese con la mediocrità dello spettacolo, deve spesso considerare di usufruirne in un ambiente scomodo e poco funzionale. Sono così nati ad esempio la IGP Arena (Bergholz), il Lipo Park, la Stockhorn Arena, la nuova Maladiere, il nuovo Kleinfeld. Sono state ristrutturate la Schutzenwiese e per piccoli confortevoli ammodernamenti anche il Riva IV di Chiasso è stato oggetto di interesse.
Il nocciolo della questione continua però ad essere quello dell’affluenza perché sia in Super, così come in Challenge, siamo di fronte ad un evidente decremento nella maggior parte delle piazze e questo dato di stabilità rinnega parte delle intenzioni.
Ciascuno investe i propri quattrini come crede, ma come un’azienda commerciale non può essere strutturata confidando di fatturare il 50% del proprio movimento ad unico cliente, così anche le società sportive dovrebbero cercare di ridurre il rischio di essere nelle mani di una sola persona o famiglia. Perché la storia (anche quella più recente), non ha risparmiato chi ha fatto il passo più lungo della gamba. Molti dirigenti hanno spacciato il progetto di un nuovo stadio come la medicina per guarire dal problema dello scarso interesse; altri invece hanno più semplicemente sposato la vecchia tesi risultati=pubblico. Spesso ancora, si tratta più semplicemente di limiti genealogici e geografici di una determinata piazza.
I numeri sono però sempre lo specchio della realtà, anche se ciascuno è libero di continuare a credere nel proprio progetto. Abbiamo preso ad esempio il Lugano – piazza che vorrebbe a gran voce un nuovo stadio – che dopo 11 gare di RSL ha perso il 15% di spettatori nonostante la squadra sia competitiva e il Presidente sia tutt’altro che uno sprovveduto. A Chiasso si registra un impercettibile +5% che dice tutto e niente considerando che letto bene, il numero porta ad un incremento medio di 26 spettatori a partita su numeri che negli ultimi due anni sono stati sempre arrotondati per decine.
Caso singolare e forse più esplicito è quello di Sciaffusa, piazza che ha perso il 20% del pubblico nonostante il nuovo e splendido Lipo Park rispetto all’ultima stagione (quella 15/16) giocata interamente alla vecchia Breite. Sono solo numeri. Resta la sensazione che il trend continuerà ad essere negativo e non solo per la mancanza di poltroncine riscaldate e confortevoli.
Lugano 18-19 11 partite 35076 (3188) -15%
Lugano 17-18 11 partite 40259 (3660)
Chiasso 18-19 11 partite 5790 (526) +5%
Chiasso 17-18 11 partite 5500 (500)
Sciaffusa 15-16 Breite 11 partite 13537 (1230)
Sciaffusa 18-19 Lipo Park 11 partite 11274 (1025) – 20%
