Chiamatelo Mister…promozione. E la M in maiuscolo non è casuale, per niente. Tazio Peschera si è (ri)preso la scena del calcio ticinese vincendo in rincorsa il campionato di Seconda Lega Regionale. Iniziata la stagione in sordina con tre sconfitte consecutive, i rossoneri da lì in poi non hanno più fallito. Con una finale di Coppa Ticino ancora da disputare, Martinoli e compagni hanno inanellato, in 27 sfide (comprese le 5 di coppa), 23 vittorie, 2 pareggi e due sconfitte.
Di fronte alla cavalcata del Gambarogno, che torna in Seconda Lega Interregionale, c’è da alzarsi in piedi e battere le mani al mister, allo staff tecnico, alla società e non per ultimo ai giocatori.
“La sensazione – racconta Peschera – già dal primo colloquio con la società era quella giusta, poi dal primo allenamento con i ragazzi ho visto che la disponibilità al sacrificio era tanta quindi si poteva “spingerli” per dare il loro massimo, ma subito in questa stagione non ci aspettavamo questa crescita esponenziale”.
Ma quanto è stata dura rispondere colpo su colpo al Balerna, nonostante sembrasse imbattibile a un certo punto della stagione? “Quando in campo e soprattutto fuori ci sono altri valori rispetto a quelli tecnici e sportivi , capisci che puoi far bene . I ragazzi sono stati bravissimi a concentrarsi sempre e solo su ogni singola partita, senza mai guardare in casa altrui, poi ovvio che alcuni passi falsi del Balerna ci hanno dato un ulteriore spinta, ma il focus è sempre stato esclusivamente su noi stessi, questo ha generato sempre molto entusiasmo che ha sopperito alle enormi difficoltà di organico che abbiamo avuto, la miccia è stata questa. Rispondere colpo su colpo alla squadra di Pichierri è stata semplicemente una conseguenza del l’insieme di tutti questi fattori”.
Dove davvero ha svoltato il Gambarogno? “ Mi sento di dire che sono stati due i momenti chiave della stagione ; il primo dopo la sconfitta con il minimo scarto a Balerna, ma facendo comunque una prestazione di spessore, abbiamo capito che potevamo giocarcela fino all’ultimo anche se eravamo scivolati a – 8. Il secondo, quando in mezzo al Campionato si sono presentati i quarti e la semifinale di Coppa Ticino contro Castello e Vedeggio; 5 partite in 14 giorni, un “tour de force” massacrante in cui ci abbiamo lasciato parecchi infortuni, ma siamo usciti vincenti da ogni sfida spesso in rimonta, come quella per me dal valore più significativo, in trasferta contro il Morbio di Righi”.