In casa FC Riva non è solo periodo di entrate. Tra i calciatori che hanno salutato il club gialloblù c’è Rey Marrarosa, storico portiere dei “Gladiatori del Lago” nell’ultimo decennio che dopo la nascita del primo figlio ha deciso di interrompere l’attività agonistica per dedicarsi alla famiglia. Anche se il calcio continuerà, in maniera minore, ad occupare i fine settimana del portiere momò, che potrebbe decidere di passare ai Seniori del Riva.
Rey, quasi dieci anni con il Riva. Quale il ricordo più bello?
“Di ricordi belli la famiglia Fc Riva me ne ha regalati tantissimi. Se dovessi sceglierne uno in particolare direi sicuramente la prima storica promozione con mister Lippmann avendo effettuato il 100% di allenamenti nella stagione”.
Quale, invece, la parata più bella mai compiuta?
“Parate in particolare non ne ricordo. Però 3 partite su tutte mi sono rimaste impresse: quella contro il Pura, alcune stagioni fa, dove vincemmo 0–1, ma nel secondo tempo faticammo addirittura a uscire dalla nostra metà campo. Ricordo con piacere anche l’ultima partita della prima promozione (ne ha fatte due ndr), quando strappammo la vittoria nei minuti finali. Ma la partita più emozionante è stata la mia ultima con la maglia del FC Riva in questa stagione contro il Melide”.
Da portiere ricorderai anche qualche papera…
“Ce ne sono state parecchie (ride ndr). La più bella, però, l’ho combinata con ‘Ricky’ Vassalli, mio compagno preferito di ‘frittate’. Giocavamo contro il Ceresio: gli avversari lanciano lungo, io chiamo la palla e il difensore fa un appoggio facile di testa, senza rendersi conto che io non ero tra i pali. Ovviamente, la palla è finita in rete… Credo che mister Lippmann se la ricorda ancora bene…”.
Ma cosa è stato e cosa ha rappresentato per te Riva?
“La mia storia nel Riva è facilmente riassumibile. Dopo aver fatto tutto il settore giovanile nel RBC, a 16 anni iniziai le prime partite in 1ª squadra, poi due anni e mezzo in prestito a farmi le ossa ed il ritorno a casa. Da lì 10 stagioni bellissime nel quale mi sono tolto tante soddisfazioni. In questi anni sono stato anche membro di comitato. Un impegno che ti toglie davvero tanto tempo e tante energie ma ti ripaga anche di tante gioie e soddisfazioni. Per questo posso dire con orgoglio che il Riva è la mia casa e la mia seconda famiglia”.
Il ricordo più bello a livello societario?
“A livello societario l’orgoglio più grande è stato risollevare in pochi anni una società a rischio fallimento. É stato un percorso intensissimo nel quale spesso il comitato si guardava in faccia sfiduciato, ma l’amore per questi colori e per questa famiglia, ha permesso di riequilibrare la bilancia e consegnare all’attuale comitato una società sana”.
L’addio, perché?
“L’addio quest’anno è maturato dopo tante riflessioni. La stagione 2013/2014 in 3ª Lega per motivi privati non avevo potuto difendere la porta del Riva e quella retrocessione dopo aver guadagnato sul campo la promozione mi aveva lasciato un debito aperto con questa maglia. Lo scorso anno abbiamo centrato la promozione e mi si ripresentava la possibilità di saldare questo debito. Per questo, alla fine della passata stagione ho lasciato il comitato per concentrarmi sulla salvezza del Riva. Anche se con i turni di lavoro sono stato meno presente di quello che speravo, ho voluto contribuire alla salvezza. Ad oggi posso dire di aver dato tutto e lascio questa squadra a testa alta”.
Ma sarà un addio al calcio giocato definitivo?
“Sarà un arrivederci…perché la mia tessera rimane a Riva. Se dovessero avere bisogno non potrò mai dire di no. Le priorità nella mia vita sono cambiate con la nascita del figlio. Non so ancora cosa farò nel mio futuro sportivo, ma l’idea di restare nel mondo Riva con i seniori mi affascina”.