La proposta di Prisco: “Il calcio andrebbe ‘congelato’ non sospeso. Ecco un’idea per ripartire”

Fermare il calcio si, fermare il calcio no. È questo il dilemma in queste settimane e mesi di emergenza sanitaria. È questa – è bene chiarirlo – ad avere la priorità assoluta. Ma come si sta riorganizzando il mondo del lavoro, anche il mondo calcistico sta studiando come ripartire, quando ripartire e dove ripartire. Tutti temi che dividono l’opinione pubblica. C’è chi appoggia la scelta di annullare i campionati, chi è a favore di una ripresa graduale e chi invece preferirebbe ‘congelare’ la stagione e terminarla quando anche dal punto di vista medico e scientifico arrivano segnali incoraggianti. Per alcuni – si pensi ai club di Super e Challenge League – il calcio è lavoro. Non è quindi difficile ipotizzare scenari drammatici dal punto di vista economico qualora il pallone non riprenda presto a rotolare. Il calcio regionale è pure confrontato con difficoltà oggettive, seppure non prioritarie alla salute collettiva.

Ma il calcio è sempre il calcio. Anche a livello dilettantistico. E allora anche in Ticino si discute di come sarà il futuro post coronavirus. Ne abbiamo parlato con Virginio Prisco, direttore generale dell’AC Malcantone e commercialista di professione. Il dettaglio della professione è importante in questo senso perché Virginio in questi giorni frenetici ha lavorato fianco a fianco con imprenditori colpiti dall’emergenza e conosce l’importanza di far quadrare i conti in un bilancio.

Prisco lancia una proposta che si auspica possa essere presa in considerazione e che lui stesso definisce “un compromesso”. Il tutto “nel massimo rispetto della difficile situazione attuale”. Per comprendere la proposta di Prisco serve conoscere dati e dichiarazioni degli esperti. Senza addentrarci in questioni sanitarie che non ci competono, è utile sottolineare come anche il direttore sanitario della Moncucco Christian Garzoni ha parlato di una “difficile immunità di gregge” (oggi saremmo attorno al 5-10%, TG del 22.04.2020) e che il vaccino – stando agli esperti – non sarà pronto a breve.

“Per questo – dice il DG del Malcantone – il calcio andrebbe congelato, non annullato. La mia proposta è quella di sospendere sì i campionati, ma farli ripartire a febbraio quando la situazione sanitaria e scientifica sarà più chiara (e magari ci sarà un vaccino o una profilassi da seguire). Annullando i campionati si creerebbero torti, favoritismi e soprattutto dei precedenti spiacevoli. Propongo di concludere un’intera stagione sportiva su due anni, 2019 (andata) e 2021 (ritorno), dando la giusta rilevanza ai risultati sin qui ottenuti sul campo da una parte ed enfatizzando il lavoro societario dall’altro (ad esempio per mantenere intatte le rose o addirittura migliorarle). Il risultato finale sarebbe innanzitutto equo e poi di valore indiscusso, nel senso che non solo un collettivo, uno staff tecnico avrà dimostrato quanto vale, ma lo avrà fatto anche la società. Questo aspetto regolerebbe l’ambito sportivo, ma non dimentichiamo che vi è anche una questione amministrativa e giuridica, nella misura in cui un annullamento di un campionato, di una manifestazione, di una gara ufficiale avrebbe dei risvolti (causa effetto). Come società cosa implica? Penso ad esempio alle sanzioni che tutte le società hanno pagato alla Federazione. Se si annullano le partite vorrebbe dire avere il diritto di richiedere un rimborso”.

Diverso è lo scenario per il calcio professionistico. “Lì – continua – ci sono in ballo interessi economici importanti. È giusto che un Losanna non venga premiato quando ha svariati punti di vantaggio sulla seconda? Io sono dell’idea che in Super e Challenge League si possa continuare a giocare a porte chiuse quando la situazione lo permetterà. La Confederazione, direttamente e indirettamente, attraverso le misure di ILR (Indennità di Lavoro Ridotto, credito Covid-19 e stanziamenti mirati) ha messo a disposizione delle risorse che seppure ingenti non saranno infinite. Riprendendo il campionato (se non erro si dovrebbero svolgere una dozzina di partite), le indennità non sarebbero più dovute e i fondi messi a disposizione per il tramite delle banche oppure direttamente dalla Confederazione (si vedano i fondi stanziati per lo sport) potrebbero essere investiti per acquistare tutti i diritti sportivi delle partite che la SSR potrebbe trasmettere (in streaming) sui suoi canali in base all’importanza regionale. Anche in questo caso, nessun torto, nessun privilegio lasciato al caso o meglio alla soluzione più (troppo) facile, banale e quasi infantile (quella di annullare). La mia è una proposta chiara e concreta su come gestire e impiegare al meglio i fondi messi a disposizione dalla Confederazione. Si darebbe così alle società una nuova linfa per sopravvivere e per programmare il futuro, oltre ad incentivare la gente a restare a casa (a guardarsi le partite, non solo quelle storiche…) che è il messaggio principale che si deve far passare in questi giorni. Il calcio professionistico, con le giuste precauzioni e con il giusto tempismo, per me, deve riprendere perché per tutti gli “attori” è un lavoro a tutti gli effetti, ci sono interessi milionari in tutto questo e chi lo definisce solo un gioco….semplicemente non ha capito”.

Da ultimo, ma non meno importante, questo ad ulteriore conferma della sensibilità che abbiamo su questo tema, vorrei condividere pure un’iniziativa di cui l’AC Malcantone si è fatta promotrice, nella speranza che anche altre società possano seguire questo esempio e contribuire alla causa sociale con gesti concreti e pratici di solidarietà. Faremo recapitare a casa di diverse persone delle mascherine lavabili, fabbricate con materiale tecnico (utilizzato perlopiù per la realizzazione di capi sportivi) che potranno essere di supporto per rispettare al meglio le misure sanitarie attuali e future.
L’iniziativa sarà inizialmente indirizzata agli amici e sostenitori della società ed in seguito, se la sostenibilità finanziaria lo permetterà, sarà estesa anche a persone bisognose della nostra amata regione. SIAMO DISTANTI MA VICINI e noi LO siamo ora!

(RV)

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