*Di Riccardo Vassalli
In una sua celebre canzone, Francesco De Gregori cantava che non è dai particolari come un calcio di rigore che si giudica un giocatore. Giudizio quanto mai veritiero in un calcio che, in fondo, non è mai cambiato. Ancora oggi un rigore sbagliato può segnare inizi e fine di carriere gloriose. Di epoche da ricordare. Ma no, non è dai calci di rigore che si giudica un giocatore.
“Un giocatore – continua la canzone – si giudica dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia”. Se leggendo queste parole vi viene in mente Bruno Martignoni, allora, la pensiamo nello stesso modo. Coraggio, da vendere. Altruismo, da vendere. Fantasia – nonostante non indossi il dieci sulle spalle – da vendere.
Domani – martedì 30 giugno – finisce ufficialmente l’avventura di Bruno Martignoni con la maglia del Chiasso. Saluta, di fatto, l’ultimo simbolo di un Chiasso che in questi ultimi anni ha sempre cambiato pelle. Motivo in più per dare valore alle 81 presenze in Challenge League con la maglia rossoblù.
Arrivato con un curriculum di tutto rispetto, il difensore ticinese fa le valigie consapevole di lasciare una società che nei suoi valori ha spesso provato a identificarsi. Quella di oggi, per i tifosi rossoblu, non può che essere una giornata triste. All’addio di Martignoni sono infatti da aggiungere i saluti di Pollero e Rossini, due che il fiuto del gol lo hanno nel DNA.
Chiasso perde l’ultimo Capitano che così può realmente essere definito. Un grazie per quanto dato e trasmesso ai giovani rossoblù in questi anni è doveroso e meritato. Buona fortuna Bruno!
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