Qualcuno l’ha accolta positivamente, qualcuno ha storto il naso. Qualcuno, invece, ha preferito non commentare restando nel limbo tra il dubbio e la ragionevolezza. La decisione della Federazione Ticinese Calcio di ‘congelare’ i campionati non ha certo trovato l’appoggio unanime delle compagini ticinesi. Il rispetto c’è, trattandosi di un tema di salute pubblica. Ma i dubbi rimangono. Perché soltanto 24 ore prima della decisione di sospendere tutto il calcio ticinese fino al 13 novembre, gli stessi vertici della FTC sono andati in televisione a raccontare che “sospendere i campionati non è in nostro potere”, ‘scaricando’ ogni responsabilità – come da regolamento – a Berna, intesa come ASF e come autorità politica.
Lo abbiamo scritto più volte: non c’è un pensiero giusto e uno sbagliato, ma diversi punti di vista. Alcune compagini hanno impugnato carta e penna e spedito una lettera alla Federazione. Toni decisi: “noi non giochiamo, le partite sono rinviate”, è in sintesi il pensiero dei club. Lettere spedite dopo che il presidente ha ammesso pubblicamente che, quale organo di competenza, “la FTC è ben disponibile a rinviare le partite delle squadre che NON VOGLIONO e/o NON POSSONO giocare”. Ma il significato cambia. E così ci si è ritrovati a dover per forza congelare i campionati di attivi e allievi in quanto i troppi rinvii creavano contrasti tra i club.
L’allenatore del Morbio Alessio Righi non ha usato giri di parole: “Fermare il calcio non sempre è la soluzione migliore”. Al portale Chalcio si è espresso così: “È più facile contagiarsi al bar che al campo. Qualcuno ha usato questa scusa per non disputare partite scomode”. Pensiero che ha trovato consenso anche nell’allenatore del Monteceneri Mauro Borsieri e di altri protagonisti del calcio regionale.
Il comunicato della FTC apre a nuovi dubbi e quesiti. Cosa succede dopo il 13 novembre? Il virus è sparito insieme al rischio di contagiarsi negli spogliatoi? Tutte domande, queste, che insieme a molte altre sono arrivate alla nostra redazione e alle quali – pur provandoci – non possiamo rispondere.
Ma il più grande interrogativo che tutte le squadre si sono poste è il seguente: che si fa con gli allenamenti? Da comunicato, nessuno impedisce il ‘regolare’ svolgimento degli allenamenti nelle infrastrutture dei club. Però giocare non si può. E allora sarebbe corretto sospendere anche gli allenamenti.
‘Temporeggiare’ rinviando le gare di campionato è forse la scelta migliore, ma le modalità con cui si è deciso lascia perplesso un ambiente che di dubbi e incertezze ne ha abbastanza. Serve chiarezza, senza volersi chinare per forza agli interessi di chi naviga in alto o in basso alle classifiche.