Quella di Danilo Grano è una storia che merita di essere raccontata. Dall’esordio in Serie B con il Crotone alla separazione con il Cadenazzo. È il diretto interessato a spiegarci il suo cammino e il motivo dell’addio al club di Seconda Lega.
Dani, la tua è una storia che merita di essere raccontata: da Crotone a Cadenazzo. Ci spieghi il tuo percorso calcistico? Come sei arrivato in Svizzera?
“Dopo le esperienze nelle varie scuola calcio locali, ho iniziato la mia avventura in un club professionisti nel settore giovanile del Catanzaro. Per poi passare dopo qualche anno nel settore giovanile del Crotone facendo tutta la trafila fino all’esordio in serie B. Poi sono stato girato in prestito prima a Poggibonsi in serie C2, poi a Trento, Sanluri, Real Metopontino in serie D, Sersale in eccellenza. Sinceramente avrei potuto continuare a lungo in queste categorie, ma poi riflettendo ho preso la decisione di abbinare il calcio al lavoro. Ed è qui che è arrivata la Svizzera. Ho qui tanti parenti e conoscevo bene il calcio regionale, e quindi mi è sembrata la scelta migliore per praticare ancora un calcio di livello ma nello stesso tempo iniziare a lavorare pensando al dopo calcio”.
Quando sei arrivato pensavi di rimanere così tanto?
“Collegandomi alla risposta della domanda precedente posso rispondere di sì. Arrivando qui con l’intenzione di creare anche una carriera lavorativa insieme a mia moglie, sapevo che sarei rimasto e che ogni anno avrei cercato di divertirmi ancora giocando a calcio”.
21 agosto 2009. Una data per te particolare con l’esordio in Serie B. Sassuolo vs Crotone, cosa ti porti dietro di quel giorno?
“Ricordo che quando fui convocato sapevo già di far parte dei 18 a disposizione per la partita, ma non avrei mai immaginato di entrare in campo.Durante la gara dalla panchina guardavo Zampagna , Tiribocchi, che fino ad allora avevo sempre visto in televisione. La partita si è messa male perché siamo andati sotto di 2–0 e quindi il Mister Franco Lerda decise di mettere entrambi gli attaccanti, ed uno di quelli ero io. Un grande ricordo che conservo con piacere”.
I neroverdi furono allenati da Stefano Pioli. Ipotizzavi già potesse avere questo futuro?
“In quel preciso momento Pioli non era chiaramente conosciuto a livello nazionale come lo è ora. Ma ricordo molto bene che nel nostro ambiente si dicesse già che era un predestinato. Grande conoscitore di calcio e che prima o poi sarebbe arrivato nel grande calcio. Così è stato”.
Arbedo, Campionese, Monteceneri e Cadenazzo le tue avventure elvetiche. Hai mai pensato di giocare in categorie maggiori?
“Credo che per chi ha giocato a calcio, voler salire di livello e categoria sia sempre un obiettivo ricorrente. Io mi sono sempre imposto di dare il massimo in qualsiasi categoria e in qualsiasi squadra”.
Soddisfatto della tua prima parte di stagione?
“Ho fatto un pre-campionato davvero importante a Cadenazzo, avevo raggiunto una condizione fisica e mentale molto buona. Poi a causa del lavoro a turni e un infortunio sono stato sempre meno presente sul campo, cosa che ha portato inevitabilmente alla separazione dal Cadenazzo. Ora sono in contatto con diverse squadre per capire quale possa essere la soluzione migliore per me”.
Qualche rammarico?
“Nessun rammarico personale. Semplicemente alcune cose hanno la priorità, vivere di solo calcio in Svizzera in queste categorie è impossibile”.
Chi vincerà il campionato?
“Per solidità di squadra dico Castello, quella che mi ha sorpreso per gioco e intensità e il Morbio”
E il ‘tuo’ Crotone si salverà in Serie A?
“Lo spero tanto. Sto guardando le partite e a mio avviso la squadra gioca un grande calcio. Stroppa è riuscito ad infondere nei giocatori le sue idee. Manca un attaccante di livello per la serie A. Se nel mercato invernale riesce il Crotone riesce a trovato sono certo che si salverà”.
Nella foto Marco Sportiello e Danilo Grano