Dove va vince, chi è? Sarebbe l’indovinello più semplice per molti appassionati di calcio regionale. La risposta è semplice quanto scontata: Carmine Rocca, uno tra i più vincenti del calcio ticinese. La carta d’identità dice 33, il curriculum calcistico straborda di successi e il ‘bagaglio d’esperienza’ è ricco di avventure che meriterebbero più di una semplice intervista.
Rocca C. – come da tabellini – ha vinto ovunque è andato. Sì, mister Balmelli (Collina d’Oro) starà facendo tutti gli scongiuri del caso, ma anche in questo caso la strada sembra promettere bene. Tutto è iniziato nel 2008, quando dopo le giovanili Carmine si affaccia al calcio dei grandi con il FC Lugano di Simone Boldini. 1’ più recuperi all’esordio alla prima di campionato (1–4 in casa del Servette), ma pur sempre una soddisfazione. In Challenge League, in quella stagione, Rocca collezione altre due presenze: una da titolare e una manciata di minuti da subentrato.
Con il Lugano U21, l’anno successivo, si fa apprezzare in Prima Lega con 3 reti in 21 presenze. Tanto basta per meritarsi la chiamata del Mendrisio, dove segna all’esordio nel derby con i Biaschesi. Sarà poi tempo di Taverne, Vedeggio, Paradiso e infine Collina d’Oro. Campionati, coppe, trofei in bacheca e una leadership più unica che rara.
Con lui abbiamo scambiato due chiacchiere in questo periodo di stop forzato.
Carmine, sei uno dei giocatori “più vincenti” del calcio regionale. Quale il trofeo che ricordi con più piacere?
“Ho avuto la gran fortuna di poter giocare con giocatori che mi hanno permesso di vincere diversi campionati. Se devo sceglierne uno in particolare scelgo quello con il Taverne dalla interregionale alla Prima lega. Una squadra con una fame di vittorie veramente incredibile”.
Il ‘tuo’ Collina stoppato dal Covid. Alla ripresa ci sono tutte le carte per fare una stagione da ricordare, no?
“Sicuramente abbiamo la possibilità di poterlo ricordare se il risultato sarà l’obbiettivo finale. Altrimenti e meglio dimenticarlo (ride ndr)”.
Facciamo un passo indietro al tuo esordio in Challenge League con il Lugano. Cosa ti sei portato maggiormente dietro di quella stagione?
“Mi ricordo il rammarico di non aver potuto gioire una promozione di CL e probabilmente avrebbe cambiato anche qualche cosa nella mia breve carriera nel calcio professionistico”.
Ligornetto, Agno o Rancate. Chi è la vera antagonista del Collina?
“Onestamente sono tutte squadre toste. Il Ligornetto non molla un centimetro, il Rancate è una squadra che gioca al calcio e ci ha messo in difficoltà in diverse occasioni, Agno ha giocatori di grande qualità, per cui difficile dirlo, tutto dipende in quale momento della stagione le si affronta e in che condizioni fisiche è la squadra. Potenzialmente sono tutte candidate”.
Chi porteresti sempre con te tra i tuoi ex compagni?
“Come detto in precedenza ho giocato con diversi giocatori che mi hanno permesso di vincere diversi campionati ed ognuno di loro mi ha trasmesso qualcosa. Non voglio fare nomi per non tralasciare qualcuno. Con tanti di questi giocatori ci siamo ritrovati in diverse squadre. Posso dire che il mio compagno di merenda è Rossi, mi segue ovunque vado, penso voglia continuare a giocare fino a 58 anni per la gioia di sua moglie (ride ndr)”.
Nel futuro calcistico di Carmine Rocca cosa c’è? È tua intenzione seguire una strada da allenatore da qualche anno?
“Se il mio fisico me lo permette vorrei fare ancora un paio di anni da giocatore, dopo se qualcuno mi darà l’occasione sicuramente cercherò di provare a fare qualcosa di diverso”.