Una cosa va detta: la situazione è più che mai confusa. A renderla tale ci sono diverse varianti. Dallo scarica barile delle autorità a un qui pro quo istituzionale. Un vero e proprio pasticcio senza, insomma, che crea ulteriore confusione e tensione a un calcio già malmesso dal punto di vista della comunicazione.
Il caso sollevato ieri da un genitore è finito in prima pagina sul Corriere del Ticino. Perché non è solo calcio, ma anche cronaca, politica e gestione dell’emergenza sanitaria. Se il presidente della Federazione Ticinese Calcio Fulvio Biancardi ha spiegato che si tratta di “applicare le norme”, diversa è l’interpretazione giuridica delle autorità.
Attenzione, perché qui sta il nocciolo della questione: la Lombardia è sì zona rossa, ma non figura tra i Paesi e le regioni considerate a rischio per l’Ufficio federale della sanità pubblica. E raramente lo sarà. Troppo ovvi i motivi per dilungarci ancora.
Ma, quindi, i calciatori italiani possono allenarsi in Ticino malgrado la zona rossa impedisce gli spostamenti salvo per comprovate necessità lavorative e/o di salute? Per Biancardi no, la Prefettura di Como sì (con riserva), per le dogane, invece, si tratta di “responsabilità individuale”.
Cosa dice la Prefettura (e come si interpreta?)
La Prefettura di Como è stata interpellata più volte dalle società ticinesi. Il 12 marzo – spiega il Corriere del Ticino – ha firmato una nota in cui afferma che “gli allenamenti e le gare sportive sono consentiti se comprovati da una dichiarazione rilasciata dalla società sportiva, senza dover effettuare quarantene o tamponi per ogni spostamento”. E fin qui tutto bene. Ma… “si tiene a precisare che non è possibile svolgere gli allenamenti in Svizzera se il campionato è sospeso”. E dunque, come ci si comporta nella situazione in cui il campionato è sospeso, ma ci si sta allenando in previsione di una ripartenza? Domanda senza risposta. Libera interpretazione e via con il caos.
Biancardi non cambia la sua visione. Anche al quotidiano di Muzzano fornisce la versione che ha dato ieri a La Regione. “È una questione politica. Quale autorità dispone la Prefettura di Como? Dal mio punto di vista giuridico non ne ha. Non è corretto quello che stanno facendo…”.
Se arriveranno delle disposizioni chiare e precise non è dato saperlo. Quel che si sa è che il calcio freme dalla voglia di ripartire. E per i campionati regionali si punta a concludere il girone d’andata. “L’obiettivo primario – conclude Biancardi al Cdt – è quello di concludere il girone d’andata”. Anche il responsabile tecnico Livio Bordoli è dello stesso avviso: “Abbiamo bisogno di riniziare. La gente non aspetta altro”.

Forse al Sig.re Biancardi andrebbe spiegato che cos’è il Prefetto e la Prefettura nei capoluoghi Italiani…
La Prefettura è l’organo periferico del Ministero dell’Interno e la sede di rappresentanza del Governo in ogni provincia di Italia !!!
Ha quindi, attraverso il Prefetto, il ruolo di rappresentanza generale del Governo !!!
Non è un organo secondario, amministrativo e/o periferico.
E’ l’organo, che rappresenta il Governo Italiano e come tale garantisce la corretta applicazione delle sue norme.
Ed infatti, quale autorità provinciale di pubblica sicurezza, il Prefetto ha la responsabilità dell’ordine e della sicurezza pubblica e presiede il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Quindi, se gli viene rivolta una domanda interpretativa di una legge, la sua risposta “equivale” alla risposta del Ministero degli Interni Italiano, non dell’interpretazione “di un mio amico finanziere e/o doganiere, e/o carabiniere…”
E a domanda chiara, sulla possibilità degli italiani legati ad una società sportiva svizzera che svolge attività “agonistica”, si badi bene e non “professionistica”, tutelata da contratti, ha risposto coerentemente.
Si, gli italiani dotati di adeguata documentazione e autocertificazione posso andare a svolgere tale attività, se i campionati ad essa relativi NON sono sospesi.
A me risulta, che i campionati FTC non siano ne sospesi, ne annullati. Sono i normale attività e si ha una data di probabile inizio che può essere cambiata, ovvero il 17/18 Aprile.
Quindi…, tralasciando il fatto che la Lombardia NON E’ nella lista dei paesi “non graditi” per il Covid, essendo i campionati regionale in essere e in procinto di ricominciare, per l’Italia, il Sig.re Prefetto mi dice che il giocatore/tecnico italiano, tesserato per una società svizzera, che svolge attività agonistica (diversa da amatoriale, ovvero gli amici che si trovano a fare una partitella o professionistica…) può andare in Svizzera ad allenarsi e/o gareggiare e/o allenare, se l’attività agonistica stessa non è sospesa (da intendersi annullata, come in Italia e non in pausa in attesa di ricominciare come in svizzera).
Basta avere l’autocertificazione compilata, la dichiarazione della società che dichiara l’affiliazione del giocatore, il foglio di clubcorner che ne prova il tesseramento attivo, per non essere sanzionato in Italia.
Per la Svizzera, a mia conoscenza, basta esclusivamente annunciare il proprio accesso ogni giorno sul sito dell’Ufficio federale della sanità pubblica.
Il nesso di casualità che consente lo spostamento è lo svolgimento di un attività agonistica…
E chiaro che se il preambolo è sbagliato (si chiede se si possa entrare con attività sopesa…), la relativa risposta sarà errata…
Ma se l’attività come ora è in essere…, e per la parte Italiana e quella Svizzera rispetto tutte le norme richieste, non vedo come posso essere sanzionata, in entrambe i paesi…
E questo lo dice come specificato all’inizio la Prefettura di Como…, che rappresenta il Ministero dell’Interno Italiano…
Forse dire che “non ha valenza giuridica”, come afferma il Sig.re Biancardi, sarebbe da rivedere…, magari dopo essersi documentato, come hanno fatto tutti coloro che prima di mettere il loro piedino “italiano” su un campo in Ticino hanno fatto a tutti i livelli per evitare di essere in difetto.
Cordiali saluti.
Riprendo un passo di quanto scritto
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E a domanda chiara, sulla possibilità degli italiani legati ad una società sportiva svizzera che svolge attività “agonistica”, si badi bene e non “professionistica”, tutelata da contratti, ha risposto coerentemente.
Si, gli italiani dotati di adeguata documentazione e autocertificazione posso andare a svolgere tale attività, se i campionati ad essa relativi NON sono sospesi…..
Tutelata da contratti. Cosa si intende ?
Quanti giocatori hanno un regolare contratto?