La gioia di Djuric: “Fatico a trovare le parole. I ragazzi sono stati straordinari”

Dovevamo già capirlo qualche anno fa, quando con ‘cresta’ e leadership guidava la difesa del Bellinzona. Alex Djuric è nato per fare l’allenatore. Competenza, idee chiare e il carisma adatto per far giostrare le squadre. Che nel futuro del gigante 36enne ci sia una vita d’allenatore sembra abbastanza scontato. A maggior ragione se, al primo anno da ‘mister’, Djuric infila nella bacheca dei trofei dell’Arbedo una Coppa Ticino, oltre a una stagione memorabile per i bellinzonesi.

Il suo Arbedo ha superato in finale per 4-1 il Balerna. Merito di una partita che ha superato anche le più rosee aspettative dello stesso allenatore. Merito anche di una doppietta di capitan Decristophoris, da Djuric plasmato e fatto esaltare come mai nessuno ha saputo fare finora con un giocatore dalle indubbie qualità. Merito anche della zuccata di Pedrag Filipovic, connazionale di Djuric, e del guizzo del giovane Ambrosetti.

Calma olimpica

Seduto in panchina nei primi cinque minuti di gara, dopo l’abbraccio con l’amico-rivale Pichierri, Djuric ha trascorso i primi istanti della finale con lo sguardo rivolto al campo e atto a – aggiungiamo noi – realizzare che quella che stava per guidare era la partita più importante. E allora, rotto il ghiaccio, mister Djuric si è alzato in piedi: bacchetta magica in mano e via di consigli, rimproveri, applausi e ‘strigliate’. Il tutto condiviso con il vice Marco Capelli, saggio consigliere dell’allenatore bellinzonese. A risultato già acquisito, Djuric non si è lasciato travolgere dall’entusiasmo. Le prime esultanze della panchina sono state prontamente ‘sedate’ dalla calma olimpica di Djuric. Si festeggia quando fischia l’arbitro perché ‘non è finita’. Questione di mentalità.

E chi se lo aspettava?

Alex Djuric è fradicio di birra. La giusta ‘doccia’ tributatogli dai suoi ragazzi. Gli occhi brillano di gioia e commozione. Il primo abbraccio è per la famiglia. E lì, da bordo campo, guarda con sguardo fiero i suoi che festeggiano, prima di essere ‘invitato’ al centro della festa. Una foto con la coppa in mano e la medaglia al collo. Poi ancora applausi ai suoi. Mosso dall’istinto, più che dalla capacità di comprendere ciò che stava accadendo. Sì, perché ci vorrà ancora un po’ prima di rendersi conto. “In effetti – racconta l’allenatore –, sto cercando di realizzare. Penso che abbiamo fatto qualcosa di straordinario e, detto onestamente, non mi aspettavo un risultato del genere. La partita è stata preparata nei minimi dettagli, ma mica mi aspettavo una prestazione del genere. Sono davvero felicissimo: non potevo chiedere niente di meglio che vincere una Coppa Ticino al primo anno da allenatore”.

E ancora: “Voglio fare i complimenti al mio amico Pichierri e al Balerna. Reputo siano una delle squadre più forti e se sono arrivati in finale ci sarà un motivo. Il ringraziamento più speciale va ai miei ragazzi. Sono stati magnifici, straordinari, perfetti. È stata una serata perfetta e indescrivibile. Giuro, faccio fatica a trovare le parole”.

 

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