Iaconis lancia l’Insubrica: “Lavoreremo per toglierci delle soddisfazioni. A Paradiso anni indimenticabili”

Intervista al nuovo attaccante dell’Insubrica Gianluca Iaconis.

Gianluca, cosa ha fatto la differenza nella scelta Insubrica?

“Conosco il presidente Patrick Bianchi da molti anni, è stata una delle prime persone che ho conosciuto qua in Svizzera in quanto io ero andato a giocare a Novazzano e lui ne faceva parte nel comitato. Nonostante avessi diverse offerte calcistiche ho preferito Insubrica per una serie di motivi: la prima era che volevo diminuire il mio impegno calcistico visto che a Maggio diventerò papà e voglio stare il più possibile vicino alla mia compagna, oltre al fatto che sono anche un po’ stufo di fare trasferte e stare lontano da casa avendolo fatto per molti anni sia in Svizzera che in Italia. Parlando con Patrick mi ha spiegato bene il suo progetto e cosa vorrebbe fare con l’Insubrica e ho voluto farne parte in quanto mi sembra ambizioso, attualmente la classifica non è conforme alle mie parole ma ci toglieremo delle belle soddisfazioni già in questo girone di ritorno, inoltre Patrick mi ha dato una grossa mano a livello professionale e gliene sono molto grato”.

Che campionato e che livello ti aspetti?

“Affronteremo un girone di ritorno dove sicuramente certe ambizioni non potremo averle visti gli 11 punti accumulati fin’ora in stagione, bisogna raggiungere il prima possibile la salvezza e poi quello che verrà in più dovremo farne tesoro per ripartire al meglio la prossima stagione. Sul livello di terza lega mi aspetto il livello di terza lega, battaglie e campi difficili da affrontare con solo l’arbitro sul rettangolo verde, ma lavoreremo sodo per ambire ad altro, partita dopo partita”.

Conosci già qualcuno del gruppo?

“Si, alcuni sono amici di vecchia data, altri sono ex compagni di calcio, anche per merito loro ho scelto di venire all’Insubrica. Sicuramente sono avvantaggiato conoscendone già una buona parte”.

Paradiso, Novazzano, Mendrisio, Taverne, (…). C’è un’esperienza che ti ha lasciato qualcosa in più?

“Ricordo con piacere tutte le mie esperienze, sia quelle positive che quelle meno positive, perché mi hanno fatto crescere e mi hanno reso la persona che sono oggi. Inoltre mi ha permesso di conoscere molte persone e mi hanno lasciato dei rapporti speciali con alcuni di essi. Calcisticamente parlando ricordo con molto piacere la promozione in seconda Inter ottenuta col Nova targato Ardemagni, girone d’andata da record con 12 vittorie e un solo pareggio nel derby col Balerna, solo quell’andata feci 16 goal. Quella stagione finimmo con 62 punti, con un +12 sulla seconda. Chi era quella seconda classificata? L’Fc Paradiso, la stagione successiva andai a Pian Scairolo fortemente voluto dalla triade Caggiano Stagno Lanza e anche lì che anni meravigliosi, non partì bene quella stagione e il giocattolo si stava rompendo sul nascere, ma ci compattammo come gruppo e scattò qualcosa in noi. Eravamo pronti ad andare in guerra per la causa, contro tutti e contro tutto, ce lo dicevamo sempre, vincemmo con 58 punti dopo un testa a testa con l’Arbedo. Eravamo talmente uniti (oltre ad essere anche bravini) che l’anno dopo da neopromossa vincemmo la seconda Inter contro un forte Lugano U21, 65 punti noi 61 loro, finii con 24 goal quella stagione, striscia da 38 partite di imbattibilità, un anno e mezzo senza mai perdere. Niente male vero? Poi l’esperienza in prima lega da vice capitano e capitano quando in campo non c’era Rosamilia, il cap per eccellenza. La cosa più bella di quegli anni non sono tanto le partite ma i momenti: le cene, le serate, le vacanze passate insieme, i ritorni in bus dalla Svizzera interna e tanto altro. Credo che sia stata una cosa più unica che rara. Indimenticabile”.

Ci sono dei rammarichi nella tua carriera?

“Nessun rammarico, rifarei tutto quello che ho fatto, sia nelle scelte giuste che nelle scelte sbagliate. A volte non per colpa mia e altre per colpa mia. Forse le scelte sbagliate sono quelle che sono servite di più perché sono le quelle cose che ti fanno crescere e accumulare esperienza. Capire cosa è giusto e cosa no. Tutte le scelte prese mi hanno portato ad essere la persona che sono oggi e io sono felice di ciò che sono e grato per tutto quello che il calcio mi ha dato e mi continuerà a dare”.

*Intervista completa, il cui estratto è stato pubblicato sull’edizione del 20.1 dell’Informatore

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